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Cessione dei crediti Superbonus e altri bonus edilizi: ecco la relazione della commissione di vigilanza sulle banche

In merito alla cessione dei crediti a terzi, solamente due banche del campione considerato hanno intrapreso tale operatività. Sono stati ceduti a terzi un valore complessivo di crediti pari a 712.533.805 euro, cioè il 2,39% del controvalore complessivo dei crediti...

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Con riferimento alla possibilità di cedere a terzi i crediti fiscali, dalle risposte ricevute è emerso che, ad oggi, solamente due banche del campione considerato hanno intrapreso tale operatività.

In particolare, sono stati ceduti a terzi un valore complessivo di crediti pari a 712.533.805 € (pari al 2,39% del controvalore complessivo dei crediti fiscali acquistati dalle banche oggetto di indagine)”.

È quanto si legge nella relazione del 13 settembre 2022 della commissione parlamentare di vigilanza sulle banche nel paragrafo dedicato alla cessione dei crediti derivanti dal Superbonus 110% e dagli altri bonus edilizi - Eco-bonus (non Superbonus), Sisma-bonus (non Superbonus), Bonus facciate e Bonus ristrutturazioni.

Alla data del 31 dicembre 2021, le prime cessioni e gli sconti in fattura comunicati all’Agenzia delle Entrate attraverso l’apposita piattaforma telematica sono stati:

- quasi 4,8 milioni (0,1 milioni nel 2020 e 4,7 milioni nel 2021);

- per un controvalore complessivo di oltre 38,4 miliardi di euro (0,6 miliardi nel 2020 e 37,8 miliardi nel 2021).

In data 24 giugno 2022, è stato inviato un apposito questionario alle 11 banche significant nazionali (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Iccrea, Mediobanca, Cassa Centrale Banca, Bper, Monte dei Paschi, Credem, Banca Popolare di Sondrio, Banca Carige), Cassa Depositi e Prestiti e le Poste.

Le risposte concernenti, tra l’altro, il numero delle richieste ricevute, quelle annullate ed erogate, i tassi di sconto applicati nonché le tempistiche registrate sono pervenute alla Commissione nel periodo 11- 28 luglio 2022.

L’indagine sintetizza l’operatività complessiva dei citati intermediari, nel periodo giugno 2020- giugno 2022, con riferimento alla cessione dei Crediti superbonus 110%, dei Crediti con recupero in 10 anni e dei Crediti con recupero in 5 anni.

Complessivamente alle banche rientranti nell’indagine sono arrivate 1.829.820 richieste di cessioni di crediti fiscali. Con riferimento alle diverse tipologie di crediti fiscali emerge che:

- il 26% circa delle richieste relative ai crediti con recupero in 10 anni e ai crediti superbonus 110% sono state annullate e declinate;

- il 40% circa delle richieste relative ai crediti con recupero in 5 anni è stata annullata e declinata.

Le richieste nette sono state, pertanto, pari a:

- 962.969 per i crediti con recupero in 10 anni (pari al 71%);

- 379.398 per i crediti superbonus 110% (pari al 28%);

- 7.768 crediti con recupero in 5 anni (pari all’1%).

Le banche rientranti nell’indagine hanno, pertanto, gestito complessive 1.350.135 richieste di cessioni di crediti fiscali (richieste al netto di quelle annullate e declinate).

TEMPI MEDI PER LA CESSIONE DEL CREDITO (DALLA RICEZIONE DELLA RICHIESTA ALL’EFFETTIVA EROGAZIONE

Dal questionario è emerso che le banche oggetto dell’indagine nel periodo giugno 2020 - giugno 2022 hanno impiegato (dalla ricezione della richiesta all’effettiva erogazione) un numero medio di giorni di calendario pari a 109 per i crediti superbonus, 75 per crediti con recupero in 5 anni, e 86 per i crediti con recupero in 10 anni.

Dai dati trasmessi, emerge che nel biennio considerato, i giorni di calendario impiegati dalle banche per le varie tipologie di crediti fiscali hanno registrato un trend crescente. In particolare, i maggiori incrementi si sono registrati con riferimento alle cessioni dei:

- crediti con recupero in 5 anni i cui tempi medi sono passati da 56 giorni di calendario nel 2020 a 97 giorni di calendario nel 2022 (+72%);

- crediti superbonus 110% i cui tempi medi sono passati da 85 giorni di calendario nel 2020 a 134 giorni di calendario nel 2022 (+ 58%).

Preoccupanti appaiono poi i tempi massimi registrati che mediamente, per le varie tipologie di crediti, sono prossimi ai 6 mesi.

I numerosi interventi sia a livello normativo sia a livello di prassi applicativa da parte dell’Agenzia delle Entrate nonché il contrasto giurisprudenziale hanno impattato/rallentato l’operatività degli intermediari.

I POSSIBILI INTERVENTI PER RIATTIVARE IL CIRCUITO DELLA CESSIONE DEI CREDITI

Secondo la commissione parlamentare “possibili interventi, sia a livello normativo sia a livello di prassi applicativa, potrebbero essere attuati per riattivare il circuito della cessione dei crediti fiscali, quali la possibilità:

- di estendere dagli attuali 4/5 anni a 10 anni il periodo di utilizzo dei crediti superbonus 110%. Tale proroga se, da un lato, può consentire alle banche di recuperare una certa capacità fiscale, dall’altro può tuttavia peggiorare i tassi di sconto applicati dal sistema bancario ai soggetti cedenti (dall’attuale 9% a circa il 18%);

- di limitare la responsabilità solidale in caso di cessioni a terzi in modo da tutelare e incentivare i terzi ad acquistare i crediti fiscali liberando, pertanto, la capacità fiscale finora impiegata dal sistema bancario. In tal modo, di fatto l’eventuale responsabilità solidale verrebbe limitata al primo cessionario, soggetto bancario che ha peraltro svolto le verifiche richieste dalla normativa. Ad oggi, infatti, le cessioni a terzi sono state attivate solamente da due intermediari e hanno riguardato un valore complessivo estremamente basso dei crediti fiscali (712.533.805 di euro, pari al 2,39% del controvalore complessivo). In materia, si sono formati due orientamenti giurisprudenziali contrapposti, attualmente al vaglio della Corte di Cassazione. Il pronunciamento della Suprema Corte dovrebbe dirimere la questione offrendo ulteriori elementi di valutazione;

- di responsabilizzare maggiormente il titolare del credito fiscale (il soggetto cedente) attraverso, ad esempio, la riduzione della percentuale del credito fiscale maturato. Con particolare riferimento ai crediti superbonus 110% si potrebbe, ad esempio, ridurre la percentuale dal 110% al 90%. Tale modifica potrebbe, da un lato, rafforzare l’azione di contrasto alle frodi, dall’altro, “calmierare” i prezzi del settore edile impegnando il soggetto cedente a sostenere, tramite capitali privati e personali, parte dei costi di realizzazione delle opere edili. In materia, però occorre rilevare che nell’Audizione dello scorso 10 febbraio 2022 del Direttore dell’Agenzia delle Entrate Avv. Ernesto Maria Ruffini presso il Senato della Repubblica – V Commissione Bilancio sul Decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4 è stato evidenziato che le frodi che hanno riguardato il Superbonus 110% sono state pari al 3% del totale rilevato. Molto significative sono state, invece, le frodi che hanno coinvolto il Bonus facciate (pari al 46% delle frodi) e l’Eco-bonus (pari al 34% delle frodi)”.

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22/09/2022

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